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PAOLO NAVALE

IL MANIFESTO DELL'ESTETICA SURRAZIONALE E IL MODELLO DI DESCRIZIONE SURRAZIONALE DELL'UNIVERSO.

Dal Surr-   inteso come il superamento del gesto critico-estetico, lo stato d'essere, la sur-azione, il surrazionale.

Da pagina 12

​Inteso come  superamento, non solo della razionalità ma anche dei sensi, il sovrasensibile, sinonimo del surrazionale è come il super sensibile della realtà ultima che ci sovrasta e che implica che il tutto sia coscienziale; dotato di coscienza.  

Come può l’universo organizzare quell’ordine non già dall’entropia ma dall’assoluto; origine di ogni cosa, cioè dal vuoto primario? Questa, oggi, la domanda centrale a qualunque divenire della scienza. Quale sarebbe il fattore che crea ordine nella simmetria tra il proprio sé e l’ambiente stesso, tra passato e futuro, in altre parole tra due opposti? Tutto è il prodotto dello stesso caos cosmico e dello stesso avvicendamento in atto. Il caos è principio e fine dell’alternanza così come lo è, e per gli stessi motivi, anche l’ordine. L’alternanza è sostentamento di ogni interazione e così ogni fluttuazione dell’universo. Ogni entità o particella si compie e si scompone in un unico istante e nelle due direzioni di quell’alternanza. Ogni entità esprime una polarità propria, (la cui duplicità diventa quadrupla), e questo mentre i suoi estremi si annullano vicendevolmente. Ogni cosa viva si comporta così. Un momento è in essere come carica positiva e fede nel suo escogitarsi nel mondo e nello stesso istante come carica negativa, a tout della prossima azione/retroazione, stesso tensore: tetraedrico, dunque, molto più che polare. Il caos però resiste all’ordine differenziandosi dallo stesso di cui è negazione e di cui è anche emanazione vitale. Come ogni particella la realtà si esprime simultaneamente in due diversi stati energetici; ruota in due direzioni opposte secondo valori non dimensionali ma simmetrici: (-) 0 (+).

Pur essendo simmetrica tale sequenza è un'autentica dissimmetria e proprio perché tale, non potrebbe essere polarità compiuta. Dunque vibra, cerca insito in sé il proprio bilanciamento che sta nel valore assoluto, la sua origine, lo zero e così si trasmuta nel suo opposto e (+) diventa (-) passando per la neutralità del tutto. Secondo questo modello, il caos crea l’ordine esattamente dove l’ordine crea il caos e questo nello stesso istante e per le stesse ragioni.

I poli appunto, antitetici, opposti, ma di fatto inscindibili: ogni dicotomia e sinergia, crea il proprio contrario e lo crea, per essere, sussistere, desistere, etc. Anche nella vita ogni cosa si trasmuta in un'altra e poi, ancora, ridiventa se stessa ma mai secondo un dato statico, mai per lo status quo ma per la propria assertività. Questo secondo una legge relativa alla necessità, non al caos, non all'ordine! Pertanto ogni opposto è simmetria polare della scissione primaria, emanazione continua di quello stato: magnetismo del vuoto e indice del tutto. Simmetria che per giunta indica chiaro il fatto che, senza il proprio contrario qualunque sistema o entità decadrebbe fin troppo in fretta. Non di meno, troppo spesso, l’uomo scivola sulle sue stesse idealizzazioni, e lì, si ostina a reiterare il proprio pantano.

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Come può l’universo organizzare quell’ordine non già dall’entropia ma dall’assoluto; origine di ogni cosa, cioè dal vuoto primario? Questa, oggi, la domanda centrale a qualunque divenire della scienza. Quale sarebbe il fattore che crea ordine nella simmetria tra il proprio sé e l’ambiente stesso, tra passato e futuro, in altre parole tra due opposti? Tutto è il prodotto dello stesso caos cosmico e dello stesso avvicendamento in atto. Il caos è principio e fine dell’alternanza così come lo è, e per gli stessi motivi, anche l’ordine. L’alternanza è sostentamento di ogni interazione e così ogni fluttuazione dell’universo. Ogni entità o particella si compie e si scompone in un unico istante e nelle due direzioni di quell’alternanza. Ogni entità esprime una polarità propria, (la cui duplicità diventa quadrupla), e questo mentre i suoi estremi si annullano vicendevolmente. Ogni cosa viva si comporta così. Un momento è in essere come carica positiva e fede nel suo escogitarsi nel mondo e nello stesso istante come carica negativa, a tout della prossima azione/retroazione, stesso tensore: tetraedrico, dunque, molto più che polare. Il caos però resiste all’ordine differenziandosi dallo stesso di cui è negazione e di cui è anche emanazione vitale. Come ogni particella la realtà si esprime simultaneamente in due diversi stati energetici; ruota in due direzioni opposte secondo valori non dimensionali ma simmetrici: (-) 0 (+).

Pur essendo simmetrica tale sequenza è un'autentica dissimmetria e proprio perché tale, non potrebbe essere polarità compiuta. Dunque vibra, cerca insito in sé il proprio bilanciamento che sta nel valore assoluto, la sua origine, lo zero e così si trasmuta nel suo opposto e (+) diventa (-) passando per la neutralità del tutto. Secondo questo modello, il caos crea l’ordine esattamente dove l’ordine crea il caos e questo nello stesso istante e per le stesse ragioni.

I poli appunto, antitetici, opposti, ma di fatto inscindibili: ogni dicotomia e sinergia, crea il proprio contrario e lo crea, per essere, sussistere, desistere, etc. Anche nella vita ogni cosa si trasmuta in un'altra e poi, ancora, ridiventa se stessa ma mai secondo un dato statico, mai per lo status quo ma per la propria assertività. Questo secondo una legge relativa alla necessità, non al caos, non all'ordine! Pertanto ogni opposto è simmetria polare della scissione primaria, emanazione continua di quello stato: magnetismo del vuoto e indice del tutto. Simmetria che per giunta indica chiaro il fatto che, senza il proprio contrario qualunque sistema o entità decadrebbe fin troppo in fretta. Non di meno, troppo spesso, l’uomo scivola sulle sue stesse idealizzazioni, e lì, si ostina a reiterare il proprio pantano.

  

Come può l’universo organizzare qualunque ordine non già dall’entropia ma dall’assoluto... origine di ogni cosa, cioè dal vuoto primario? Questa, oggi, è la domanda centrale a qualunque divenire della scienza.

Quale sarebbe il fattore che crea ordine nella simmetria tra il proprio sé e l’ambiente stesso, tra passato e futuro, in altre parole tra due opposti? Tutto è il prodotto dello stesso caos cosmico e dello stesso avvicendamento in atto. Il caos è principio e fine dell’alternanza così come lo è, e per gli stessi motivi, anche l’ordine. L’alternanza è sostentamento di ogni interazione e così ogni fluttuazione dell’universo. Ogni entità o particella si compie e si scompone in un unico istante e nelle due direzioni di quell’alternanza. Ogni entità esprime una polarità propria, (la cui duplicità diventa quadrupla), e questo mentre i suoi estremi si annullano vicendevolmente. Ogni cosa viva si comporta così. Un momento è in essere come carica positiva e fede nel suo escogitarsi nel mondo e nello stesso istante come carica negativa della prossima azione/retroazione, stesso tensore: tetraedrico, dunque, molto più che polare.

Il caos però resiste all’ordine differenziandosi dallo stesso di cui è negazione e di cui è anche emanazione vitale. Come ogni particella la realtà si esprime simultaneamente in due diversi stati energetici; ruota in due direzioni opposte secondo valori non dimensionali ma simmetrici: 

   (-) 0 (+).

Pur essendo simmetrica tale sequenza è un'autentica dissimmetria e proprio perché tale, non
potrebbe essere polarità compiuta. Dunque vibra, cerca insito in sé il proprio bilanciamento che sta nel valore assoluto, la sua origine, lo zero, e così si trasmuta nel suo opposto e (+) diventa (-) passando per la neutralità del tutto. Secondo questo modello, il caos crea l’ordine esattamente dove l’ordine crea il caos e questo nello stesso istante e per le stesse ragioni.

I poli appunto, antitetici, opposti, ma di fatto inscindibili:

ogni dicotomia e sinergia, crea il pro prio contrario e lo crea, per essere, sussistere, desistere, etc.  Anche nella vita ogni cosa si trasmuta in un'altra e poi, ancora, ridiventa se stessa ma mai secondo un dato statico, mai per lo status quo ma per la propria assertività.

Questo secondo una legge relativa alla necessità, non al caos, non all'ordine! Pertanto ogni opposto è simmetria polare della scissione primaria, emanazione continua di quello stato: magnetismo del vuoto e indice del tutto. Simmetria che per giunta indica chiaro il fatto che, senza il proprio contrario qualunque entità decadrebbe fin troppo in fretta.

Non di meno, troppo spesso, l’uomo scivola sulle sue stesse idealizzazioni, e lì, si ostina a reiterare il proprio pantano.

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